LA VISITA PASTORALE del 19-01-19

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Il paese dei desideri piccoli

“Cresce lungo il cammino il suo vigore” è il titolo della lettera pastorale che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha scritto rivolgendosi alla diocesi ambrosiana, e lui in cammino ci si è messo veramente. Una ad una sta visitando tutte le realtà parrocchiali delle sette zone pastorali, e questo mese è toccato alla nostra.

Cosi sabato 19 gennaio abbiamo avuto il piacere, oserei dire la grazia, dell’incontro con lui.

Per cominciare, lo abbiamo accolto in chiesetta insieme ai bambini e ai genitori della iniziazione cristiana, a cui si è rivolto in modo particolare, esortandoli ad accompagnare i propri figli in questo percorso così decisivo, a pregare in famiglia, ad indicare loro la via che porta a Gesù, fonte di ogni felicità. Certo, la scuola è importante, l’attività sportiva anche, ma non di meno il catechismo e ai bambini presenti ha voluto lasciare una preghiera invitandoli a scegliere il giovedì come giorno per recitarla.

Alle 18 ha presieduto la s. Messa solenne e la sua predica al Vangelo delle Nozze di Cana mi ha colpito in modo particolare, dove ha paragonato le sei giare ai desideri dei nostri tempi.

Mi sono accorta di aver vissuto – di vivere…- anche io nel paese dei desideri piccoli, dove le anfore offrono abbondanza di acqua quanta ne serve per i desideri piccoli.

Infatti nel paese dei desideri piccoli, il bene più importante è la salute, che si ottiene dall’anfora piena dell’acqua che la soddisfa pienamente dai nomi di antidolorifici, ansiolitici, antidepressivi, integratori, dove è vietato porsi la domanda grande di cosa succede dopo aver vissuto tanti anni in piena salute, e soprattutto vietato coltivare il desiderio della vita eterna.

Nel paese dei desideri piccoli si cerca di colmare la solitudine e per questo c’è l’anfora dell’acqua abbondante di un po’ di compagnia, fosse anche un animale domestico, un gattino, un cagnolino, ma dove è vietato desiderare un amore fatto di dedizione affidabile, di reciprocità promessa e mantenuta.

Nel paese dei desideri piccoli abita il desiderio del lavoro che dà benessere ed allora ecco l’anfora dell’acqua che lo soddisfa, anche solo con un lavoretto, ma abbastanza per divertirsi, dove è vietato coltivare il desiderio di una società giusta e laboriosa, che soccorra chi non basta a se stesso.

Nel paese dei desideri piccoli si trova la necessità della sicurezza, da garantire con inferriate, evitando chi è straniero, e non da legami di buon vicinato e da una pratica ordinaria della solidarietà.

Nel paese dei desideri piccoli si desidera solo farsi notare, anche a qualunque costo, perciò c’è l’anfora dell’acqua che soddisfa l’apparenza, dove è vietato desiderare di essere conosciuti per la propria verità, per la stima data e ricevuta.

Nel paese dei desideri piccoli, i piccoli diventano padroni e i genitori si piegano a soddisfare ogni loro capriccio, perciò c’è l’anfora dell’accondiscendenza, dove soddisfare i desideri piccoli dei nostri piccoli non servirà di certo a renderli felici, ma dove è proibito coltivare il desiderio grande di indicare la via della gioia attraverso l’incontro con Gesù che è via, verità e vita.

Nel paese dei desideri piccoli le sei anfore sono piene di acqua buona solo a soddisfare i tanti tanti desideri piccoli, per accontentare i nostri bisogni di salute, benessere, compagnia, sicurezza, apparenza, accondiscendenza, ma dove non c’è la vera gioia.

Ecco, come monsignor Delpini ci ha detto, con questa visita pastorale è venuto a incoraggiarci, a dire alla nostra comunità di coltivare desideri grandi, di non aspettarsi la sovrabbondanza di acqua, ma la bontà del vino nuovo, quello che solo Gesù sa dare, perché sì, cerchiamo di venire incontro a tutti i desideri ma qui, proprio qui in questa nostra chiesa, offriamo il vino nuovo, che non si accontenta di un po’ di salute, ma spera nella vita eterna; che non si accontenta di un po’ di compagnia ma costruisce l’amore fedele; che non si accontenta di un po’ di benessere ma costruisce una società fraterna; che non si accontenta di farsi notare ma testimonia la verità del vangelo; che non si accontenta della sicurezza ma cerca la sicurezza del buon vicinato; che non si accontenta che i bambini non piangano ma insegna ai bambini la via della gioia.

Ecco, noi cristiani siamo chiamati ad essere quelli dei desideri grandi perché non costruiamo le nostre aspettative sulle nostre necessità ma sulle promesse del Signore, coltivando la felicità che non delude, la verità che fa risplendere la gloria di Dio, la società giusta e solidale, l’amore fedele, il buon vicinato; non ci accontentiamo delle anfore piene di acqua ma cerchiamo la chiesa per ricevere il vino buono della gioia dell’incontro con Gesù, l’unico salvatore; chiamati a testimoniare che quelle anfore piene di acqua, dei nostri desideri piccoli, sono in realtà il sintomo del bisogno grande di essere salvati. Il vescovo ci ha quindi esortati a raggiungere le nostre case, i luoghi di lavoro, della scuola, della sofferenza e della festa dicendo a tutti di avere il coraggio di desideri grandi perché c’è chi li può soddisfare: il Signore Gesù. Quel segno delle nozze di Cana, quell’acqua trasformata in vino, continua ad essere un messaggio di speranza per tutti quelli che cercano la gioia vera.

Al termine della messa, mons. Delpini ha incontrato il consiglio pastorale e dopo una cena veloce preparata dai favolosi addetti della nostra cucina si è dedicato ai ragazzi del gruppo del sabato sera “Gli amici della roccia”. Anche a loro ha chiesto di essere segno e testimonianza di fede e di amore per il Signore Gesù, in una maniera molto semplice: facendosi scintilla. Una piccola scintilla che può però accendere un fuoco o illuminare la notte. Non servono gesti clamorosi o imprese titaniche, basta essere testimoni credibili di quell’incontro che dura una vita, che la cambia, la completa, la realizza.

Sono rimasta molto colpita dall’incontro con il nostro vescovo. Persona semplice ma di parole profonde.

Cosa ho portato a casa da questa opportunità? Una riflessione sulla mia vita: quante volte ho cercato di spegnere la sete alle anfore sbagliate, piene di quell’acqua che alla fine non ti disseta mai; quanto a lungo ho abitato nel paese dei desideri piccoli (con cui intrattengo ancora una discreta frequentazione); quanto desidero nutrirmi del vino nuovo, che dà tutto un altro sapore alla mia vita; quanto vorrei essere scintilla per ardere e far ardere di amore per Cristo. Quanto vorrei che la mia vita si svuotasse di tutti quegli inutili desideri piccoli per riempirsi del vino della comunione con il mio unico Salvatore.

Grazie, mons. Delpini: la sua visita pastorale, semplice ma profonda, sia di incoraggiamento a tutta la nostra comunità per essere testimone credibile di quella fede, speranza e carità che solo l’incontro con Cristo sa dare.

Elena G.

IMMAGINI DELLA VISITA PASTORALE